Sarah è una cuoca e lo è per scelta, per vocazione.
Da Guardiagrele, paese di 9.000 anime in provincia di Chieti, alla cucina della citta eterna il passo è stato deciso, ma non immediato. È andata via da casa molto giovane perché sapeva quello che voleva e invece che una “comoda” carriera nell’azienda di famiglia, ha scelto i fornelli.
Sarah non deve dire grazie a nessuno, se non a se stessa ed è forse per questo che si porta dietro tenacia e cocciutagine tipiche di chi lotta.
Sarah non è piaciona e non deve essere simpatica a tutti i costi.
Sarah è così come la sua cucina: robusta, concreta, estroversa e femminile anche quando si confronta con trippa, pajata, lingua e regaje.
È la capofila della nuova ristorazione capitolina che vede finalmente giovani e nuovi interpreti che sanno viaggiare tra mercato, stagioni e tradizioni. Un’amatriciana commovente, ma anche la terrina fredda di coda e lingua senza dimenticare gli agnolotti con carne di pecora, le costine glassate e un maritozzo di grano arso “home made”.
La ricchissima lavagna con i piatti del giorno che spesso varia addirittura fra pranzo e cena è la prova di quanto Sarah si diverta e si impegni.
Impegno che oggi Roma le inizia a riconoscere.
Viandanti e pellegrini recatevi con fiducia da Santopalato: sorriderete mangiando, di un sorriso meritato…come quello di Sarah.